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Il Papa: Sono i giovani a pagare il prezzo dell'incertezza sul futuro

Il Papa: Sono i giovani a pagare il prezzo dell'incertezza sul futuro
الأربعاء 18 شتنبر 2024 - 21:00
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Papa Francesco ha affermato: Viviamo oggi in un tempo caratterizzato da condizioni tragiche che ispirano disperazione e ci impediscono di guardare al futuro con serenità e rassicurazione: il dramma della guerra, dell’ingiustizia sociale, della disuguaglianza, della fame e dello sfruttamento delle persone esseri e creazione.

Secondo il sito Vatican News, nel messaggio per la Giornata mondiale della Gioventù, Francesco ha sottolineato che spesso sono i giovani a pagare un caro prezzo e si sentono incerti sul futuro e non vedono sbocchi sicuri per i loro sogni, e quindi anche la dichiarazione di speranza deve raggiungerli: anche oggi Dio apre davanti a loro una via – come il popolo di Israele – e li invita a percorrerla con gioia e speranza.

Poi il Sommo Pontefice ha affermato che la nostra vita è un pellegrinaggio, un viaggio che ci spinge oltre noi stessi, e un viaggio alla ricerca della felicità. Inoltre, la vita cristiana è un pellegrinaggio verso Dio, la nostra salvezza e la perfezione di ogni bontà. È naturale che, nonostante iniziamo il nostro viaggio con entusiasmo, prima o poi cominciamo a sentirci stanchi. Ciò che provoca ansia e stanchezza interna sono a volte molteplici pressioni sociali, che spingono una persona a raggiungere determinati standard di successo nello studio, nel lavoro e nella vita personale. Nonostante ciò, si ha l’impressione di non riuscire a fare abbastanza e di non raggiungere il livello desiderato.

Poi il Papa ha sottolineato che la soluzione alla stanchezza non è restare in piedi a riposare. Si tratta piuttosto di mettersi in cammino e diventare pellegrini di speranza. Si è rivolto ai giovani dicendo: Camminate nella speranza. La speranza supera ogni fatica, ogni crisi, ogni ansia, e ci dà una motivazione forte per continuare a camminare. È un dono che accettiamo da Dio stesso: dà senso al nostro tempo. illumina il nostro cammino e ci mostra la direzione e lo scopo della vita.

Il Papa ha proseguito dicendo che il pellegrinaggio della vita e il cammino verso una meta lontana sono ancora faticosi, così come lo è stato per il popolo di Israele il cammino nel deserto verso la Terra Promessa. In questo contesto, ha sottolineato che i tempi di crisi non sono tempi sprecati o inutili, ma possono piuttosto essere importanti opportunità di crescita. Sono momenti di speranza purificatrice. In questi momenti, il Signore Gesù non ci lascia, ma anzi si avvicina a noi con la sua paternità e ci dona sempre il pane che attiva le nostre forze e ci riporta sulla nostra strada. E nei momenti di stanchezza del nostro pellegrinaggio in questo mondo, impariamo a riposare come Gesù e in Gesù. Lui, che ha consigliato ai discepoli di riposare dopo il ritorno dalla missione, si rende conto che avete bisogno del riposo del corpo, ma esiste un riposo più profondo, che è il riposo dell'anima, che molti cercano e pochi trovano, e che è trovato solo in Cristo.

Scrive poi Francesco nella sua lettera: Cari giovani, l'invito che vi rivolgo è quello di mettervi in ​​cammino, alla scoperta della vita, sulle tracce dell'amore, e alla ricerca del volto di Dio. Intraprendete il vostro viaggio non come semplici turisti, ma come pellegrini. Cioè il tuo viaggio non deve essere un semplice passaggio attraverso i luoghi della vita in modo superficiale, così fa il turista. Quanto al pellegrino, egli si immerge con tutta l'anima nei luoghi che attraversa, li fa parlare e diventa partecipe della sua ricerca della felicità. In questa prospettiva, il Pellegrinaggio Giubilare vuole diventare segno del cammino interiore che tutti siamo chiamati a intraprendere, per raggiungere la meta finale.

Poi il Papa ha auspicato che tanti giovani possano venire a Roma in pellegrinaggio per varcare le Porte Sante. Ci sarà anche la possibilità per tutti di compiere questo pellegrinaggio anche nelle chiese private, alla riscoperta dei tanti santuari locali che custodiscono la fede e la pietà del popolo santo e fedele di Dio. Francesco ha anche auspicato che questo pellegrinaggio giubilare diventi per ciascuno di noi «un momento di incontro personale e vivo con il Signore Gesù, “porta della salvezza”.

A conclusione del suo messaggio, il Papa ha invitato i giovani a sperimentare l’abbraccio misericordioso di Dio, a sperimentare il Suo perdono e a cancellare tutti i loro “peccati interiori”, e così diventare anche loro braccia aperte ai tanti amici e coetanei che hanno bisogno di sentire l'amore di Dio Padre. E ha aggiunto: «Ciascuno di voi offra anche solo un sorriso, un segno di amicizia, uno sguardo fraterno, un ascolto sincero o un servizio gratuito. Sappiamo che questo può diventare, nello Spirito di Gesù, un seme fecondo di speranza di noi che lo vediamo, e così diventate missionari della gioia”.

Ciò ha poi invitato il Papa ad alzare lo sguardo della fede verso i santi che ci hanno preceduto nel loro cammino, e che sono arrivati ​​alla meta, e ci donano la loro incoraggiante testimonianza. Scriveva: Lasciatevi incoraggiare. Vi porto tutti nel cuore e affido il cammino di ciascuno di voi alla Vergine Maria, affinché possiate riconoscere il suo esempio, attendere con pazienza e fiducia ciò che sperate e proseguire. camminando come pellegrini di speranza e di amore.